Matteo

Matteo


MATTEO // architetto // Milano

MATTEO // architetto // Milano
Chief Architect, Direttore delle Aree Tematiche, Direttore Visitor Experience & Exhibition Design presso Expo 2015

Ho iniziato lavorando per Masseroli in Comune, giunta Moratti, dove tra le altre cose ho seguito il capitolo urbanistico del dossier di candidatura ad Expo. Il 31 marzo 2008 invitato a Parigi con tutto il team ho assistito alla vittoria, lì Glisenti mi ha chiesto di entrare a lavorare con lui. Dunque ci sono dal giorno della vittoria: all’inizio dovevo occuparmi genericamente dell’architettura, non come progettista più che altro come coordinatore, ma poi per mille motivi ho dovuto prendere in mano il progetto del sito, mettendo in piedi l’ufficio di Piano con una quindicina di neolaurati e alcuni senior. A soli 33 anni ho firmato come chief architect il masterplan e il progetto preliminare dell’intero sito. Sono andato avanti, insieme a loro, fino al 2011 seguendo la progettazione, inventando i cluster come formula architettonica e progettando gli spazi pubblici e le infrastrutture: il verde, l’acqua e i canali, le tende, le passerelle, l’Open Air Theater. Dopo di che, nel 2011, definito il progetto architettonico abbiamo iniziato a lavorare sui Padiglioni tematici. Sono andato così a scegliere con Sala e coordinare i cinque curatori: Rampello con De Lucchi e Basili per il padiglione Zero, Ratti per Future Food District, Zini con Reggio Children per il Children’s Park, Celant con Rota per la Triennale e Genovesi con Mirti per il Biodiversity Park. Finita anche questa fase, qualche mese prima dell’apertura di Expo, sono diventato direttore della visitor experience: uno studio di tutto ciò che il visitatore avrebbe incontrato nella fruizione del sito espositivo con il progetto di tutti gli arredi e di tutti gli allestimenti esterni con anche la segnaletica. La cosa interessante è stata gestire in diretta il budget di Expo: tutto questo passava dalle mani mie e del mio progetto. Ora che Expo è terminata mi piacerebbe molto poter sfruttare questa esperienza, magari in un’altra città. Ci sono città molto importanti che si sono candidate: Parigi, Toronto, Rotterdam. Ma potrei anche rimanere qui in Italia, dove si è creata una bella squadra.